venerdì 10 maggio 2019

Lo sviluppo del linguaggio nei primi anni di vita: come orientarsi.

Dalla parola alla frase.
La capacità di comunicare per la maggior parte dei bambini, si sviluppa in modo naturale e senza la necessità di fornire stimoli particolari.
Inizialmente i bambini sviluppano l’interesse per l’ambiente, per le persone e per i suoni; nel secondo semestre cominciano a comunicare attraverso i gesti e a sperimentare i suoni attraverso la lallazione.
Alla fine del primo anno di vita, lo sviluppo integrato di numerose competenze porta il bambino alla produzione delle prime parole dotate di significato. Tutto ciò evidenzia un’importante evoluzione delle capacità linguistiche dei nostri piccoli.
Ma quali sono le prime parole che un bambino produce?
Intorno ai dodici mesi il bambino utilizza le tanto attese paroline “mamma” e “papà”, oltre a parole onomatopeiche, come ad esempio i versi degli animali. Man mano, il vocabolario si arricchisce di parole riguardanti oggetti e può raggiungere anche le 100 parole, che saranno principalmente brevi e che verranno pian piano utilizzate con l’intenzione di esprimere il significato di un’intera frase (parola-frase).

Nonostante la fase iniziale dell’acquisizione del linguaggio appaia lenta e graduale, tale ritmo è destinato ad un notevole incremento intorno ai 24 mesi di vita, quando il vocabolario può arrivare a superare le 200 parole.
In questa fase, un vocabolario sufficientemente ampio aumenta la probabilità che due parole vengano associate, portando alla produzione delle prime frasi (associazione di due parole). Dunque, se fino ai due anni il bambino ha utilizzato la cosiddetta “parola frase” o l’associazione di due parole senza l’utilizzo di articoli, verbi e funtori, dopo i 2 anni la frase comincia a organizzarsi secondo i principi della grammatica e vediamo comparire le particelle all’interno di semplici frasi nucleari (soggetto, verbo e complemento oggetto). 

Lo sviluppo del linguaggio non è fine a se stesso.
Quando l’acquisizione del linguaggio emerge nei modi e nei tempi attesi, tendiamo a non pensare alle molteplici esperienze e alle numerose abilità che ha consolidato e che fanno da base a questa conquista. Infatti nel frattempo il bambino ha man mano sviluppato la capacità di esplorare l’ambiente e di elaborare gli stimoli che da esso provengono, ha sviluppato la capacità di manipolare gli oggetti e ha allenato le strutture anatomiche deputate alla produzione dei suoni.  Inoltre, grazie alla comparsa e allo sviluppo del pensiero simbolico, il piccolo potrà affinare l’abilità di comprendere il significato del lessico anche in modo decontestualizzato e di produrre lemmi e strutture frasali per esprimere il suo pensiero.
Queste sono le principali competenze che entrano in gioco nello sviluppo del linguaggio.

Tuttavia, in alcuni bambini questo processo potrebbe non avvenire in modo lineare. Essi possono manifestare, ad esempio, un ritardo nell’iniziare a parlare oppure possono parlare meno di quanto ci si possa aspettare.
Nonostante ciò, prima di parlare di un disturbo nello sviluppo del linguaggio può essere utile sapere che i tempi di acquisizione di tale abilità non sono uguali per tutti i bambini.
Ogni bambino è diverso dall’altro!
I tempi di acquisizione del linguaggio, così come delle altre competenze, possono variare fisiologicamente entro certi limiti. Quando lo sviluppo appare differente, nei tempi e nei modi, da quello della maggior parte dei bambini di una certa fascia d’età, diventa importante un attento monitoraggio, non solo dell’aspetto comunicativo-linguistico, ma anche delle altre competenze implicate nell’acquisizione del linguaggio stesso.

In caso di dubbi cosa fare?
Stabilito che ogni bambino è diverso dall’altro è lecito, da parte di genitori o insegnanti, attenti osservatori, avere dubbi e chiedersi se lo sviluppo stia procedendo normalmente o se il bambino abbia delle difficoltà. Essi iniziano a chiedersi, di conseguenza, se lo sviluppo stia procedendo normalmente o se il bambino stia incontrando delle difficoltà.
Le soluzioni sono molteplici, ma di certo l’attesa non rappresenta la strada migliore nel caso dei bambini, poichè la presenza di un ritardo di sviluppo in una o più delle competenze di tipo sensoriale, motorio, cognitivo ed emotivo, potrebbero ripercuotersi sull’evoluzione del linguaggio.

Anche se a prima vista potrebbe sembrare eccessivo, rivolgersi ad uno specialista che possa valutare lo sviluppo del bambino può risultare funzionale per diversi motivi.
In particolare, occorre considerare il fatto che, laddove lo sviluppo del bambino venisse valutato nella norma, la consultazione dello specialista avrà sciolto i dubbi che hanno portato al suo intervento, abbassando quindi il livello di preoccupazione dell’adulto e riducendo le pressioni emotive sul bambino. Nel caso in cui, invece, la valutazione rilevasse una difficoltà da approfondire, il consulto sarebbe il punto di partenza per sostenere ed accompagnare in tempo utile lo sviluppo del bambino stesso.

I genitori che decidono di affrontare i propri dubbi possono, innanzitutto, parlarne col Pediatra che ne segue lo sviluppo del bambino fin dalla nascita. Possono, inoltre, contattare un professionista specializzato per valutare lo sviluppo del bambino nelle diverse aree (cognitiva, comunicativo-linguistica, neuropsicomotoria), come un neuropsichiatra infantile, un Terapista della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva, o uno psicologo esperto in tale area. E’ importante sottolineare, infine, che una eventuale presa in carico del bambino a scopo riabilitativo dovrà implicare un intervento multi-disciplinare che coinvolga non solo il contesto familiare, ma anche il contesto scolastico.


Riferimenti bibliografici.

Bonifacio S., Hvastja Stefani L. (2010). L’intervento precoce nel ritardo di linguaggio. Milano: FrancoAngeli.

Bortolini U. Test PFLI. Prove per la valutazione fonologica del linguaggio infantile. Edizioni del Cerro (2004).

Caselli M.C. et al. Il primo vocabolario del bambino: gesti, parole e frasi. Valori di riferimento fra 8 e 36 mesi delle Forme complete e delle Forme brevi del questionario MacArthur-Bates CDI. Milano, FrancoAngeli (2015).

Stella G. (2000). Sviluppo cognitivo. Milano: Mondadori.


Dott.ssa Silvia Clausi.
Psicologa e Psicoterapeuta
3283332266

Dott.ssa Antonella Carlomagno

Tecnico delle Neuro e Psicomotricità dell’età evolutiva
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Associazione Nazionale Psicologi Psicoterapeuti
www.anapp.it | articolipsicologia.anapp.it